Hotspot Shield è una VPN senz’altro popolare negli Stati Uniti, ma lo è anche nel nostro Paese? Vogliamo dare uno sguardo approfondito a questo gestore, soprattutto perché è ha molti anni di esperienza alle spalle. Se siete interessati a questo servizio e volete saperne di più, siete nel posto giusto. La nostra recensione di Hotspot Shield vi darà tutte le informazioni che state cercando.
Iniziamo subito col dire che non si tratta di una VPN perfetta. Dispone senz’altro di tecnologie e strumenti all’avanguardia, tuttavia ha anche aspetti negativi che non è possibile trascurare. Nel tempo, proprio questi ultimi, l’hanno trasformata in una VPN controversa.
Per gli utenti che non ne sono a conoscenza, Hotspot Shield mette a disposizione sia piani gratuiti sia a pagamento. Per la nostra recensione abbiamo provato le opzioni complete messe a disposizione tramite abbonamento. Quindi, l’esperienza finale è sensibilmente diversa rispetto a quella degli utenti che scelgono invece di usare il servizio gratuitamente.
Alla fine della recensione di Hotspot Shield, saprete se vale la pena o meno investire i vostri risparmi su questo servizio. Allacciatevi le cinture e partiamo subito con l’analisi di tutti gli aspetti di questa Virtual Private Network.
Le 3 migliori alternative a Hotspot Shield :
6300 server
111 paesi coperti
30 giorni garanzia di rimborso
10 connessioni simultanee
9.8 /10
3000 server
105 paesi coperti
30 giorni garanzia di rimborso
8 connessioni simultanee
9.4 /10
12000 server
100 paesi coperti
45 giorni garanzia di rimborso
7 connessioni simultanee
9.2 /10
Recensione Hotspot Shield: usabilità e supporto dispositivi
Iniziamo subito la nostra recensione Hotspot Shield presentando il supporto ai dispositivi. Si tratta infatti del primo approccio che gli utenti hanno con l’applicazione. È pertanto necessario sapere dove e come è possibile installare il software di questo gestore.
Come accade spesso per i servizi VPN, troviamo quindi i principali sistemi operativi supportati. Hotspot Shield è infatti una VPN installabile su Windows, macOS e Linux, per quanto riguarda desktop. Invece, per l’ambito mobile non manca l’app per Android e iOS. Fin qui siamo nella norma, ma come se la cava con i dispositivi aggiuntivi?
La lista di quelli supportati prevede anche TV Android, e Firestick TV. In sostanza, sembra proprio che Hotspot Shield disponga di un supporto a una vasta gamma di dispositivi. Usufruendo dell’abbonamento, si ha accesso a un massimo di 10 connessioni simultanee da diverse fonti. Un numero che, rispetto al passato, è stato significativamente incrementato. Di fatto, raddoppiandolo per poter competere con altri servizi VPN.
Tra i dispositivi supportati vi sia disponibile anche un’estensione Web per Chrome e Firefox. Tuttavia, dobbiamo ricordare che queste funzionano fondamentalmente come proxy gratuiti. Questo significa che non avrete una vera e propria VPN utilizzandoli. Per questo motivo, non li prendiamo in considerazione in questa fase. Dal punto di vista di estensioni e VPN per Web, preferiamo gestori come NordVPN.
Applicazione desktop e app mobile
Ora che abbiamo visto una panoramica del supporto dispositivi di Hotspot Shield, possiamo vedere in dettaglio l’app. Per questa fase abbiamo preso principalmente in considerazione l’app per Windows. Si rivela particolarmente semplice da installare, basta infatti utilizzare l’eseguibile scaricabile dal sito ufficiale. Naturalmente, dopo aver ottenuto un abbonamento, in questo modo si possono utilizzare tutte le funzioni premium. La schermata principale appare quindi come quella in basso.
Apprezziamo sicuramente l’aspetto moderno e minimalista. Questo approccio è efficiente ed evita di confondere gli utenti, soprattutto quelli alle prime armi con le VPN. È possibile trovare come nella maggior parte delle app di questo tipo un pulsante di connessione. Grande e ben visibile al centro della schermata.
In basso, invece, si accede alla lista dei server con tutte le posizioni disponibili. L’immancabile barra di ricerca rende la selezione del server preferito un procedimento semplice e immediato. Basta infatti digitare il nome del paese nella barra e questo apparirà in basso.
Cliccando sull’icona a forma di ingranaggio si accede al menu delle opzioni. A sua volta, questo è suddiviso in varie categorie. Troviamo quella generale, dove si regolano impostazioni relative al comportamento dell’app. Tuttavia quelle che ci interessano di più sono le opzioni Smart VPN, Protocolli e Avanzate.
Smart VPN non è altro che un nome elaborato per definire lo split tunneling. In Protocolli, come facile intuire, si scelgono appunto quelli disponibili. Mentre in avanzate troverete la possibilità di attivare o disattivare il kill switch. In questa fase della recensione di Hotspot Shield, quindi, abbiamo visto come l’app del servizio disponga sostanzialmente di tutte le funzioni più classiche di una Virtual Private Network. Nulla da eccepire in tal senso, soprattutto se consideriamo che la maggior parte sono disponibili anche da mobile.
Sia da Android sia da iOS avrete accesso a split tunneling, kill switch, funzione di riconnessione automatica e scelta di vari protocolli. Apprezziamo che l’app sia sostanzialmente identica dal punto di vista dell’estetica. Un fattore che ne uniforma l’uso a prescindere dal dispositivo utilizzato.
App per TV e gaming
Come già accennato in fase iniziale della recensione di Hotspot Shield, dispone di app per TV. Nello specifico può essere una scelta interessante se volete una VPN per TV Android e persino per Firestick.
Nel primo caso, basta selezionare l’app specifica dal Google Play Store. È un’app nativa che quindi si comporterà in modo molto simile a quella precedentemente descritta. Per Firestick TV, sebbene non sia chiaramente indicato il supporto nella lista dei dispositivi sul sito ufficiale, è possibile trovare l’app dedicata su Amazon App Store.
L’elemento che, ancora una volta convince, è la similarità delle app. Sono tutte uguali nelle loro funzioni e aspetto. Quindi non possiamo che essere soddisfatti della resa visiva e intuitiva di Hotspot Shield.
L’ambito gaming, invece, necessita di una discussione a parte. È vero che, come molte altre VPN, Hotspot Shield non ha app native per console da gioco. Non troverete quindi il software da installare sulla vostra PlayStation 5 o Nintendo Switch. Tuttavia, il problema non si pone dal momento che il supporto router, di cui parleremo a breve, permette di estendere la compatibilità anche a dispositivi senza app nativa.
Supporto router
A onor del vero, il supporto router fornito da Hotspot Shield ci ha senz’altro stupito. Generalmente solo le migliori VPN premium sul mercato garantiscono tale tipo di servizio. Hotspot Shield, avendo anche piani gratuiti, non rientra esattamente tra i gestori più affidabili. Tuttavia, con nostra sorpresa, abbiamo trovato un supporto esteso.
Nella lista sono presenti router Asus, GL.inet, Netgear, Linksys, TP-Link, FreshTomato e DD-WRT. Sul sito ufficiale è possibile verificare le singole compatibilità. Inoltre, trovate anche guide dettagliate per la connessione con ognuno dei modelli. Un’aggiunta fondamentale per tutti gli utenti più inesperti.
Ancor più sorprendente è stato verificare che è possibile acquistare router già ottimizzati per Hotspot Shield. Questa opzione è sicuramente più costosa, vale la pena ricordarlo, tuttavia, è ideale per chi non vuole perder tempo a smanettare con apparecchiature, firmware e quant’altro.
Hotspot Shield è sicura? Tutte le funzioni analizzate
Entriamo adesso nel vivo dell’analisi e recensione di Hotspot Shield. Dobbiamo infatti necessariamente discutere dell’ambito legato alla sicurezza. Un fattore che non lasciamo mai al caso e che riteniamo una delle condizioni essenziali per fidarci di una VPN. In questo frangente andremo a vedere tutto ciò che Hotspot Shield ha da offrire in tal senso. Non perdiamo altro tempo, quindi, e immergiamoci a fondo nel tema.
Cifratura AES 256-bit
La cifratura dei dati in uscita è ormai un elemento che tutte le VPN prendono sul serio. Quindi, Hotspot Shield non può non allinearsi alla concorrenza. Lo standard in questo senso è la cifratura AES 256-bit, anche definita di “livello militare”. Questo perché è utilizzata anche da governi e forze di difesa. La cifratura dei dati è inclusa sia nel piano gratuito sia in quello a pagamento. Quindi tutti gli utenti che usano Hotspot Shield avranno questo elevato grado di protezione.
Niente di sorprendente in questo senso, qualsiasi VPN che non dimostra di avere tale livello di cifratura non viene semplicemente presa da noi in considerazione. Tale è l’importanza di questo elemento.
Kill switch
Abbiamo brevemente accennato nella fase precedente della recensione di Hotspot Shield la presenza del kill switch. Sostanzialmente, serve a interrompere la connessione Internet quando si perde l’aggancio al server. Senza un kill switch, nel caso in cui perdiate la connessione al server, il vostro IP resta esposto. Normalmente potrebbe non essere un problema, ma se c’è qualcuno che sta seguendo la vostra attività (banalmente anche il gestore Internet), potrà immediatamente vedere cosa state facendo online. Perdendo, di fatto, tutto l’anonimato che la VPN vi aveva fino a quel punto garantito.
Durante la nostra prova con il gestore, non si è mai attivato. Questo da un lato è un bene, ovvero garantisce per l’ottima capacità di conenssione ai server. Dall’altro però non ci ha permesso di capire se fosse o meno efficace. In ogni caso, lo strumento è presente e questo basta per offrire un maggior livello di sicurezza quando si naviga online.
Auto-protect
Questa è una funzione davvero utile. Attivandola, infatti, permette a Hotspot Shield di collegarsi automaticamente quando ci si aggancia a un WiFi pubblico. Naturalmente è un’opzione pensata principalmente per chi usa un notebook o altri dispositivi mobile.
Quando rileva un WiFi sconosciuto, entra automaticamente in azione. Vi collega pertanto al server VPN più veloce che può trovare nella lista e vi garantisce subito anonimato e protezione. Naturalmente, potrete poi cambiare server in base alle vostre esigenze ma il vantaggio è dato proprio dall’automazione, che non richiede inizialmente il vostro intervento manuale.
Prevenzione da esposizione IP
Una funzione che, di base, è attivata. Sconsigliamo vivamente di disattivarla poiché aggiunge un livello ulteriore di sicurezza. Previene, in sostanza, che il vostro IP sia di dominio pubblico. Non c’è bisogno di aggiungere il perché questo sia un protocollo di sicurezza essenziale. Detto ciò, più avanti nel corso della recensione di Hotspot Shield l’abbiamo messo alla prova. Troverete infatti i nostri test relativi all’esposizione IP e DNS. Vedrete in quel frangente se la nostra prova ha avuto esito positivo o negativo.
Supporto Hydra e WireGuard
I protocolli VPN sono svariati e, gli utenti navigati, ormai li conoscono un po’ tutti. Quello più famoso è senz’altro OpenVPN, utilizzato per anni da tante VPN diverse. Siamo certi che la cosa vi sorprenderà e vi lascerà di stucco ma Hotspot Shield non lo supporta. Potrebbe sembrare una brutta notizia, ma fortunatamente ci sono delle alternative.
Hotspot Shield permette di scegliere tra tre protocolli differenti. WireGuard è quello attualmente più utilizzato dai gestori. Un protocollo che offre velocità e sicurezza, un vero e proprio “must have” per la maggior parte dei servizi. Troviamo anche IKEv2, sicuramente meno utilizzato e più situazionale.
Infine, il protocollo Hydra è quello che Hotspot Shield suggerisce come principale. Non è un caso, si tratta infatti del protocollo proprietario realizzato da AnchorFree. Questo è basato su OpenVPN, dispone pertanto di standard TLS per superare la censura di determinati paesi.
Sebbene funzioni discretamente, Hydra non ci convince a pieno. Anche perché è un protocollo utilizzato da altri gestori VPN che non ispirano molta fiducia, come Betternet. Almeno avrete l’opzione di selezionare a piacimento il protocollo e potrete quindi lasciare la selezione su Automatico oppure passare a WireGuard.
Smart VPN
Tutte le VPN si ritrovano spesso a cambiare nome alle funzioni. Il motivo è poco chiaro, tuttavia vi diciamo subito che il nome Smart VPN in questo caso indica semplicemente lo split tunneling. Ovvero la possibilità di disattivare la VPN su determinate applicazioni o siti Web.
Con Hotspot Shield potrete aggiungere entrambi. In questo modo, le eccezioni saranno accessibili tramite il vostro IP originale. Questa funzione è senz’altro utile e siamo soddisfatti della sua presenza. Bisogna solo stare attenti a come viene utilizzato poiché esporre il proprio IP non è mai una mossa saggia.
Recensione Hotspot Shield: test esposizione IP e DNS
Vi avevamo anticipato che avremmo effettuato un test per l’esposizione di IP e DNS. Ecco dunque la sezione della recensione di Hotspot Shield dove trovate i risultati. Come sempre avviene nelle nostre analisi, utilizziamo diversi strumenti. Anche stavolta per mettere alla prova il gestore abbiamo utilizzato tre siti diversi.
Il primo test è stato eseguito con IPLeak.net, di cui potete trovare subito i risultati in basso. Non c’è stata nessuna esposizione di IP e DNS.
Anche la seconda analisi non ha presentato problematiche. Sfruttando BrowserLeaks.com non ci sono state criticità rivelate dall’analisi.
Infine, tutto è andato per il meglio anche con DNSLeakTest. I risultati, ancora una volta, sono chiaramente visibili in basso.
Non c’è quindi molto da aggiungere in merito all’esposizione dei dati quando si è connessi. I server di Hotspot Shield fanno un buon lavoro e nascondono il vostro IP. Questo, almeno, da terze parti che potrebbero osservare le vostre mosse online. Ma per quanto riguarda il gestore stesso? Di questo avremo modo di parlare in dettaglio nel prossimo paragrafo della recensione.
Qual’è la politica sulla privacy di Hotspot Shield?
Siamo finalmente giunti a una delle parti più interessanti della recensione di Hotspot Shield. Ovvero la messa alla prova della politica sulla privacy. Gli utenti che hanno letto le nostre recensioni, sapranno che questo aspetto rientra nella sfera d’influenza della sicurezza. Il motivo è semplice, una politica sulla privacy ben realizzata garantisce l’anonimato totale online. Senza il rischio di vedere i propri dati finire in mano a terze parti.
Hotspot Shield ricade nella legislazione statunitense poiché ha sede legale negli Stati Uniti. Questo è uno svantaggio, poiché il paese fa parte dell’alleanza 5-Eyes. Le regole sulla privacy di questo gruppo non sono le migliori nel mondo e le compagnie che hanno sede su tali territori devono in un certo senso rispettarle. Gli Stati Uniti hanno la brutta abitudine di monitorare i gestori Internet, raccogliere dati degli utenti e condividerli con altri membri dell’alleanza. Questo fa dunque supporre che le VPN basate in loco sono tutte poco affidabili.
Se da un lato non è esattamente così, dall’altro è anche vero che Hotspot Shield non ha una politica no-log. Cosa che, purtroppo, fa scattare tutti i nostri campanelli d’allarme. Vediamo quindi subito in dettaglio cosa è indicato dal gestore sulle informazioni salvate e quelle che non vengono raccolte.
Quali informazioni non sono salvate?
Stando alla privacy policy indicata sul sito ufficiale di Hotspot Shield, ci sono dati che non vengono raccolti. È riportato che l’IP degli utenti non è salvato, così come le attività di navigazione tramite VPN. Ciò rende, virtualmente, l’attività degli utenti anonima quando si usano i server di Hotspot Shield.
Per quanto riguarda i dati che non vengono salvati, però, è tutto qui. La sezione successiva, ovvero quali sono i dati che effettivamente vengono salvati, presenta tutta una serie di problematiche che andiamo ora a sviscerare. Prima di passare a quello, però, vogliamo leggere meglio tra le righe la questione dell’IP.
È vero che Hotspot Shield non lo salva? In realtà, non è esattamente così, ed è scritto nero su bianco. L’IP degli utenti viene senz’altro salvato, in maniera cifrata, per tutta la durata della connessione. Quando l’utente si disconnette questo viene poi eliminato dai server. Può sembrare convincente e sufficiente, ma in caso di attacco da parte di hacker mentre siete connessi ai server del gestore, il vostro IP è essenzialmente a rischio. Questo poiché è ancora presente nei log del servizio.
Si tratta solo del primo dei problemi, poiché i dati che vengono salvati sono ancor più sospetti.
Quali informazioni sono salvate?
Stando a Hotspot Shield, il servizio non salva il vostro IP (anche se abbiamo visto che non è esattamente così). Non sembra poi mettere in correlazione la navigazione con quest’ultimo, ma salva senza dubbio altri dati. Per questo, vale la pena analizzare più in dettaglio la politica sulla privacy.
Sul sito ufficiale è indicato chiaramente che il gestore salva la durata della sessione di connessione e la banda consumata. A detta di Hotspot Shield, ciò serve a ottimizzare l’offerta, nonché applicare i limiti per gli utenti senza abbonamento. Fin qui, non ci sono grossi problemi di anonimato, è una pratica comune.
A seguire però leggiamo che salva l’attività di navigazione, sebbene su base anonima. Altro fattore che ci lascia perplessi poiché tecnicamente è una procedura che non ha alcuna utilità. Sebbene Hotspot Shield sottolinei come la raccolta di questi dati serva a monitorare e migliorare il servizio, restiamo scettici. Non è spiegato come i dati, su base anonima, riescano in questo scopo.
La versione gratuita del servizio è anche meno convincente. Questa presenta infatti pubblicità personalizzata per l’utente. In sostanza, sebbene non stiate pagando per il servizio in denaro, lo state facendo con la vostra privacy.
In sostanza, quindi, Hotspot Shield non offre il livello di privacy che ricerchiamo in una VPN. Sconsigliamo assolutamente l’utilizzo della versione gratuita. Allo stesso modo, non possiamo nemmeno consigliare apertamente quella a pagamento a causa dei dubbi in merito alla politica sulla privacy.
Verifiche di terze parti (Hotspot Shield Elite)
Prima di passare all’analisi delle prestazioni del gestore nella recensione di Hotspot Shield, menzioniamo anche questa verifica di terze parti. Eseguita da AV-Test, l’azienda ha rivelato che la velocità di Hotspot Shield è superiore a quella di Cisco.
Questo test è stato portato avanti con la Hotspot Shield Elite VPN, risultando più veloce di altri gestori. Tuttavia, dalle nostre analisi e come potrete vedere in seguito, in realtà, la situazione è diversa. Abbiamo seri dubbi sulla veridicità di quanto affermato. Ci sembra quindi estremamente difficile che Hotspot Shield possa essere la VPN più veloce sul mercato.
Recensione Hotspot Shield: test streaming
Il test relativo allo streaming è quello più seguito dagli utenti. Non è un caso, infatti le VPN vengono utilizzate sempre più per sbloccare il catalogo Netflix di paesi stranieri. Riuscire a superare le restrizioni geografiche è un dettaglio molto importante, quindi verifichiamo sempre tale possibilità.
Hotspot Shield dispone di server dedicati allo streaming. Questi, almeno in teoria, dovrebbero essere in grado di offrire prestazioni migliori. Sia per quanto concerne la velocità sia per lo sblocco di contenuti. Non siamo rimasti particolarmente impressionati dalla scelta offerta, infatti sono presenti solo server negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
I risultati con questi ultimi sono però stati positivi. Collegandoci siamo riusciti a sbloccare contenuti di vari servizi streaming e TV internazionali. Pertanto, se volete vedere BBC o Netflix USA, non avrete problemi con l’abbonamento premium di Hotspot Shield.
Al di fuori di questi, però, non possiamo dire di aver avuto risultati eccellenti. Ci siamo collegati a server canadesi e giapponesi, ma i risultati sono altalenanti. Non per quanto concerne la velocità di streaming, che ha concesso sempre qualità e sostanzialmente nessun buffering o attesa. Piuttosto, dal punto di vista dello sblocco puro e semplice di cataloghi di streaming e piattaforme con restrizioni geografiche.
In sostanza, Hotspot Shield può funzionare per lo streaming. Tuttavia, non è sicuramente la miglior VPN per Netflix. Questo primato spetta ancora a NordVPN, in grado di darvi accesso a tanti contenuti differenti. Il tutto, pur senza avere server dedicati allo streaming.
Test della velocità: quanto è veloce Hotspot Shield?
Le affermazioni di Hotspot Shield in merito alla velocità dei suoi server sono particolarmente forti. È possibile vedere sul sito ufficiale diciture che riportano come sia, teoricamente, la VPN più veloce di tutte. Abbiamo quindi voluto metterla alla prova nella recensione di Hotspot Shield 2023 per capire quanto ci fosse di vero.
Le nostre analisi hanno dimostrato che, per quanto si tratti di un gestore sufficientemente veloce, non è quella più veloce in assoluto. Anche questo è un primato che spetta ancora una volta a NordVPN, di cui potete vedere i risultati nella rispettiva recensione. Qui in basso vi mostreremo i dati registrati con SpeedTest.net mentre connessi ai server di Hotspot Shield. Potete prendere come punto di riferimento la velocità della nostra connessione base, riportata qui di seguito.
La prima prova di connessione è stata tramite un server nel Regno Unito. Abbiamo cercato di stabilire subito quanto potesse essere veloce il gestore con un server tecnicamente vicino alla nostra posizione originale. O, perlomeno, nel continente europeo. I risultati purtroppo non sono stati eccellenti, ci aspettavamo molto di più.
A seguire ci siamo spostati negli Stati Uniti. Il risultato è nella media, se non un po’ inferiore. Tecnicamente basta per streaming e download, ma potrebbe essere migliore.
Stesso discorso si può applicare per il server giapponese testato. La velocità non è eccelsa ma ben lungi dall’essere bassa o insufficiente. Diciamo quindi che Hotspot Shield, pur non essendo la VPN più veloce che possiate scegliere, ha delle prestazioni nella media.
Recensione Hotspot Shield: va bene per il gaming?
Le VPN e il gaming non vanno sempre d’accordo e solo pochi servizi possono dirsi adatti allo scopo. Hotspot Shield presenta dei server dedicati al gaming, tuttavia dobbiamo sottolineare come la posizione di questi sia negli Stati Uniti. Tutt’altro che ideale per i videogiocatori italiani ed europei in generale.
Questi server sono comunque ottimizzati per fornire un ping più basso e velocità in grado di sostenere una partita online. Se vivete negli Stati Uniti, potrebbero fare al caso vostro. Ma, se siete italiani come noi, allora vi troverete meglio sicuramente con altri gestori che abbiamo già più volte citato.
Non dimentichiamo inoltre le prestazioni per lo streaming di videogiochi. Con la velocità raggiunta da Hotspot Shield non è possibile avere delle prestazioni adeguate. Anche collegandosi a server europei, magari non pensati appositamente per il gaming, la situazione non è molto differente.
In conclusione, le VPN e il gaming non vanno quasi mai a braccetto. Ma, se proprio avete esigenza di utilizzarne una, allora avrete maggior successo con NordVPN, ExpressVPN o CyberGhost. Queste ultime si sono infatti rivelate, stando alle nostre prove, le migliori VPN per il gaming.
Posso usare Hotspot Shield per P2P e torrenting?
Se state utilizzando la versione gratuita di Hotspot Shield, non potrete scaricare file tramite torrent. Tuttavia, gli utenti Premium possono farlo in maniera adeguata. Abbiamo effettuato un test in tal senso che si è rivelato comunque con esito positivo.
Basta pertanto collegarsi al server che preferite, dopodiché avviare il download tramite torrent. Come potete vedere in basso abbiamo provato a scaricare un sistema operativo gratuito e non ci sono stati intoppi.
Il problema non è il poterlo fare, poiché pur non avendo server dedicati al torrenting, Hotspot Shield garantisce questa funzione. In realtà l’inghippo sta nella poca trasparenza sulla privacy. Pertanto, se generalmente scaricare tramite torrent non è ben visto in alcuni paesi, eseguire l’operazione con Hotspot Shield potrebbe rivelarsi tutt’altro che sicuro.
Non possiamo che, ancora una volta, consigliare gestori alternativi. NordVPN o ExpressVPN, per esempio, garantiscono la massima privacy con le loro politiche no-log. Per questo motivo, scaricare tramite torrent con tali servizi è senz’altro più sicuro.
Recensione Hotspot Shield: funziona nei paesi con censura?
Abbiamo precedentemente menzionato l’uso del protocollo Hydra, basato su OpenVPN con TLS. Ciò serve, praticamente, a superare la censura in determinati paesi come per esempio la Cina. Sebbene queste siano le premesse, però, dai test eseguiti dai nostri collaboratori in loco la situazione non è delle più rosee.
Sembra infatti che Hotspot Shield funzioni a fasi alterne. Una media vede il gestore funzionare circa 2 volte su 10. Ciò vuol dire che Hotspot Shield è senz’altro in grado di superare il firewall cinese, ma sono molte più le volte in cui non è riuscito nello scopo.
Naturalmente la censura è stata aggirata solo ed esclusivamente utilizzando il protocollo Hydra. WireGuard e IKEv2 non sono adatti a questa operazione, così come accade anche in altri servizi VPN.
Anche quando Hotspot Shield è riuscito a superare il firewall cinese, le prestazioni sono state al di sotto di quanto ci si aspetterebbe. La connessione è risultata particolarmente lenta, anche a causa della cifratura applicata da Hydra. Concludiamo però confermando che i problemi riscontrati sono stati solo in ambito cinese, mentre in altri paesi con censura questi non si sono verificati.
Funziona quindi in paesi come gli Emirati Arabi, la Russia, la Turchia e così via. NordVPN è un gestore molto più affidabile per superare la censura, quindi ci tocca ancora una volta consigliare un’alternativa maggiormente efficiente.
Server e posizioni: ecco i dettagli sulla rete Hotspot Shield
Vi starete chiedendo quanto sia grande la rete di server di Hotspot Shield. Ebbene, questa ha delle dimensioni discrete, al pari di altri gestori VPN premium. Sottolineiamo che solo gli utenti che decidono di abbonarsi hanno accesso alla rete completa. Tutti gli altri, che sfruttano la versione gratuita, avranno accesso esclusivamente a una manciata di server negli Stati Uniti.
Al momento della nostra recensione di Hotspot Shield, il gestore dispone di oltre 1.800 server in più di 80 paesi. Offre 115 posizioni in circa 62 città in giro per il mondo. Da questo punto di vista è più o meno in linea con quanto offrono altre VPN.
I server sono 1 Gbps e ve ne sono sia di fisici sia di virtuali. Una situazione comune a molti gestori, soprattutto per quanto riguarda alcune posizioni dove è difficile avere dei server fisici. Tra questi troviamo per esempio quelli in India. Molte VPN si sono ritrovate a dover optare per server virtuali in questo paese a causa di leggi sulla privacy molto stringenti.
Scegliere una VPN solo per la rete server, però, non è una buona idea. Senz’altro Hotspot Shield ha una buona infrastruttura, ma la politica sulla privacy non è tale da permettere l’utilizzo della stessa a cuor leggero. Un vero peccato.
Assistenza clienti: come contattare Hotspot Shield?
Contattare l’assistenza clienti di Hotspot Shield è una procedura fortunatamente semplice. È possibile interagire subito con un addetto tramite live chat, 24/7. Basta utilizzare il widget sul sito ufficiale e cominciare a dialogare con il supporto.
Inizialmente si ha a che fare con un bot. Questo cerca di fornire informazioni in base alle FAQ sul sito. Tuttavia, qualora non troviate risposta agli interrogativi, potete parlare con un addetto che seguirà il vostro caso. L’assistenza clienti è veloce, reattiva e utile. Non possiamo lamentarci del supporto ricevuto.
In alternativa, potete anche contattare il servizio tramite e-mail. Oppure, leggere le numerose risposte alle domande più frequenti, guide e tutorial in merito all’uso della VPN. Hotspot Shield si inserisce pertanto nel solco delle VPN di alto profilo, almeno sotto questo aspetto.
Hotspot Shield: analisi dei prezzi
Sebbene non sia la VPN più economica in assoluto, primato che spetta a CyberGhost e Surfshark, Hotspot Shield ha comunque un costo accessibile. Soprattutto scegliendo i piani che hanno una durata maggiore. Una politica comune a quella dei migliori servizi che abbiamo avuto modo di analizzare.
In sostanza, il piano triennale, uno dei più lunghi e popolari, ha un costo di circa 3 euro mensili. Viene quindi applicato uno sconto per gli utenti che decidono di impegnarsi maggiormente con questo servizio. Per chi sceglie il piano annuale, però, il costo è molto più alto. Parliamo di 8 euro mensili, un costo superiore a quello della migliore VPN sul mercato, ovvero NordVPN.
Persino il piano mensile ha un costo impegnativo, di 13 euro. Ciò non ci permette di consigliare Hotspot Shield rispetto ad altri gestori. Se è vero che il piano di tre anni è meno costoso, resta comunque un impegno particolarmente lungo.
Resta poi da valutare il problema legato alla sicurezza dei propri dati. Pagare un importo elevato per non avere il totale anonimato non è esattamente il massimo. Preferiamo senza dubbio alcuno l’uso di NordVPN, che offre il piano biennale e anche quello annuale a un prezzo inferiore rispetto a quello di Hotspot Shield. Inoltre, ha tutti i meccanismi di sicurezza e privacy di cui avete bisogno.
Metodi di pagamento disponibili
Per abbonarsi con Hotspot Shield potrete scegliere tra due metodi di pagamento diversi. Tramite carta di credito o di debito oppure PayPal. Sono gli unici due strumenti che potete utilizzare per abbonarvi. Altri gestori offrono anche il pagamento tramite criptovalute, nello specifico Bitcoin. Pertanto, anche in questo frangente Hotspot Shield si rivela un filo sotto la concorrenza.
Indubbiamente il pagamento tramite cripto è una procedura di nicchia. Ma in sede di analisi del gestore non possiamo far altro che considerare qualsiasi aspetto, per fornire un resoconto dettagliato ai potenziali acquirenti.
Come ottenere un rimborso da Hotspot Shield
Durante la nostra recensione di Hotspot Shield abbiamo verificato la politica di rimborso. Il gestore offre 45 giorni di tempo dalla data di abbonamento per ottenerlo. Tutto ciò che dovete fare è contattare il servizio clienti e chiedere la cancellazione della sottoscrizione.
Rispettando il limite di tempo potrete riavere indietro quanto speso. In alternativa potete provare il gestore per 7 giorni con una prova gratuita. Il problema con questa è che dovrete comunque inserire un metodo di pagamento. Bisogna quindi ricordarsi di cancellare preventivamente il rinnovo automatico.
Cosa non ci è piaciuto di Hotspot Shield
Purtroppo, non sono pochi gli elementi che non ci hanno convinto. La recensione Hotspot Shield si è concentrata su tutti i punti fondamentali della VPN. L’elemento che più ci ha fatto dubitare della genuinità del servizio è la politica sulla privacy. Ovvero la necessità di salvare dati, anche se in forma anonima.
Ci sono delle criticità in tal senso su cui non è possibile sorvolare. A questo si uniscono poi altri elementi, sicuramente di minore importanza, ma comunque segnalati. Come per esempio la presenza di soli due metodi di pagamento, server gaming solo negli Stati Uniti e così via.
Per gli utenti italiani, probabilmente, il fatto che il gestore non funzioni sempre in Cina non è un dato grave. Tuttavia ci sono persone che necessitano di una VPN proprio quando in viaggio nel suddetto paese. Per questi ultimi, Hotspot Shield non può essere una scelta valida. Soprattutto quando la concorrenza fa molto meglio a prezzi più accessibili.
Come è valutata Hotspot Shield?
Ma prima di concludere, diamo anche un’occhiata a come Hotspot Shield è vista online. Abbiamo quindi verificato il punteggio del gestore su Trustpilot. Sull’aggregatore, ha un punteggio di 4,2 stelle su 5.
Le recensioni positive parlano di velocità e buona assistenza. Due elementi che anche noi abbiamo riscontrato. Anche se nella media o inferiore in rapporto ad altre VPN che abbiamo testato. Quelle più negative invece si concentrano esclusivamente sull’incapacità di comunicazione con il supporto clienti.
Su App Store per dispositivi Apple, il punteggio è di 4,5 stelle su 5. Generalmente, quindi, gli utenti sono molto soddisfatti del servizio. Su Google Play Store, invece, la situazione è molto più simile a quanto visto su Trustpilot. Qui l’app ha 4,3 stelle su 5. Le criticità sono però differenti e gli utenti si lamentano più che altro della velocità di connessione o disconnessioni casuali. Problemi che, siamo sicuri, potrebbero essere acuiti dall’utilizzo di questa VPN gratuita per Android.
Conclusioni recensione Hotspot Shield: una VPN che potrebbe essere meglio evitare…
Siamo quindi arrivati alla fine della nostra recensione Hotspot Shield, bisogna quindi tirare le somme. A prima vista, ci si trova davanti un ottimo gestore. Offre infatti un solido impianto di server con vasta copertura, buona velocità e un supporto clienti rapido.
Grattando sotto la superfice, però, iniziano ad apparire le criticità. Il primo elemento che ha fatto scattare i nostri campanelli d’allarme è stata la politica sulla privacy. Questa non è chiara come dovrebbe, ci sono delle pratiche di log che non riteniamo giustificate. Anche se la VPN salva i dati in maniera anonima, vengono comunque salvati. Questo, purtroppo, è un rischio che non consigliamo agli utenti di correre. Ci sono molte alternative valide a prezzi convenienti.
NordVPN, ExpressVPN, CyberGhost e Surfshark, per citare le migliori VPN, non salvano i vostri dati. Hanno tutti politiche no-log e quindi informazioni come IP e cronologia di navigazione non sono accessibili a terzi.
Hotspot Shield può sembrare a prima vista economica, tuttavia ricordiamo che il prezzo più basso vale per l’abbonamento triennale. Un periodo di tempo molto lungo, che non tutti gli utenti potrebbero gradire. L’abbonamento annuale, quello che generalmente viene più utilizzato dagli utenti, ha un costo eccessivo, superiore persino a quello di NordVPN.
In sostanza, Hotspot Shield non è conveniente come sembra. Avete molte altre opzioni e, per fare una comparazione diretta, vi invitiamo a leggere per esempio la nostra recensione di NordVPN o l’analisi dettagliata di ExpressVPN e CyberGhost. Avrete così immediatamente chiaro il quadro della situazione, cosa che vi permetterà di fare una scelta informata.