Se state valutando l’abbonamento a un cloud storage ma non sapete quale scegliere, siete nel posto giusto. Sceglierne uno che sia adatto alle vostre esigenze è di importanza cruciale. Per farlo, però, bisogna prendere in considerazione tanti fattori diversi. Per esempio il prezzo, lo spazio a disposizione, la privacy, la sicurezza e molto altro. Abbiamo quindi deciso di realizzare questo testa a testa Dropbox vs pCloud.
Un duello tra due cloud storage che hanno conquistato il segmento di mercato. Da un lato c’è Dropbox, uno dei capostipiti del settore, in grado di supportare app di terze parti e con tanti strumenti di collaborazione. Dall’altro abbiamo invece pCloud, gestore svizzero che punta molto sulla sicurezza e la privacy degli utenti.
Solo uno dei due potrà uscire vincitore da questa sfida. Li metteremo quindi l’uno contro l’altro analizzandoli in maniera precisa al fine di decretare il vincitore finale. Non perdetevi quindi lo scontro senza esclusione di colpi che sta per iniziare. Sebbene entrambi possano essere annoverati tra i migliori servizi cloud storage, c’è un chiaro vincitore.
Dropbox vs pCloud: app e compatibilità
Iniziamo quindi la battaglia con il primo fattore degno di nota, ovvero la compatibilità delle rispettive app con le piattaforme. Tra queste troviamo ovviamente:
- Windows
- macOS
- Linux
- iOS
- Android
Sorprende che entrambi supportano Linux, generalmente un supporto difficile da trovare, soprattutto per i cloud storage. Potrete quindi installare le rispettive app su Ubuntu e Mint, alcune delle distro Linux più popolari. Non solo sono funzionanti, ma sono anche ben recensite dagli utenti online. Segno che si tratta di app ben realizzate.
Dropbox
Partiamo quindi proprio con Dropbox, che viene spesso citato come uno dei cloud storage più facili da usare. Tecnicamente non è una bugia, è davvero molto semplice da utilizzare. Inoltre, l’app desktop di Dropbox ha un ottimo aspetto. Il drive virtuale degli utenti appare nel proprio computer, per esempio, in “Esplora file”. Potrete utilizzarlo proprio come se fosse un drive classico.
Vi state chiedendo cosa intendiamo di preciso? Semplicemente che, per trasferire i file sul vostro spazio cloud, vi basterà trascinarli e lasciarli nel drive in questione. Allo stesso modo potrete accedervi direttamente dal drive. Per venire incontro a tutte le esigenze, è disponibile anche l’app nella taskbar. Usandola potrete cambiare le impostazioni, per esempio, in maniera rapida e veloce.
Passando invece all’app mobile, troviamo una configurazione adatta agli smartphone. L’app vi mostrerà tutti i vostri file nella schermata principale, dove potrete facilmente gestirli. Inviandoli tramite Dropbox Transfer oppure copiandoli in altre cartelle.
L’app mobile è pensata e quindi ottimizzata sia per iOS sia per Android, e include backup automatici di foto e video. D’altronde, si tratta della funzione preferita dagli utenti che vogliono avere copie di sicurezza delle proprie fotografie più importanti.
Concludiamo questa sezione per Dropbox analizzando anche l’app Web. Non poteva mancare dal momento che ci sono molti utenti che preferiscono utilizzare quest’ultima rispetto alle app dedicate. In modo da evitare di occupare spazio sui propri dispositivi.
Sul lato sinistro c’è il rapido accesso a tutti i file, oppure foto, file condivisi ed eliminati. Mentre invece sul lato destro potete creare nuovi documenti o caricarne tramite un semplice trascinamento. Proprio come avviene sull’app desktop che abbiamo precedentemente descritto.
Importante notare che Dropbox permette di vedere un’anteprima dei file RAR ma solo quelli con dimensioni massime di 512 MB. Proprio come per l’app mobile potete vedere anteprime di video, foto e musica, senza dover scaricare alcunché dal cloud per la loro visione. Possiamo dire con sicurezza che la semplicità d’uso di Dropbox è elevata, affinata nei tanti anni sul mercato.
pCloud
Come se la caverà l’avversario in questo duello Dropbox vs pCloud? Scopriamolo subito. Le funzioni in questo caso sono praticamente le stesse. Il gestore crea un drive virtuale su PC e vi consente di accedere alle opzioni aggiuntive tramite app sulla taskbar.
La reattività dell’app pCloud è notevole, consentendo caricamenti semplici a prescindere dalle dimensioni del file. Inoltre, l’app per desktop dispone di tante funzioni aggiuntive che permettono di personalizzare l’esperienza in base alle vostre esigenze. Potete trovare quindi funzioni come la sincronizzazione, la richiesta di file e la cartella Crypto, di cui parleremo in seguito.
L’app mobile è una delle nostre preferite e ne abbiamo discusso nella nostra analisi dettagliata di pCloud. Ha un aspetto elegante e curato, offrendo una visione a tutto tondo dei file e delle cartelle. Potete facilmente creare nuovi file di testo all’interno della stessa applicazione e fare scansioni. Oppure, scattare una foto che verrà automaticamente caricata sul cloud.
Anche su app mobile potete accedere alla cartella Crypto. Proprio come Dropbox, pCloud abilita il caricamento automatico di foto e video sul cloud. In aggiunta c’è l’opzione per effettuare un backup completo dell’intero smartphone. Funzione utile in caso in cui vogliate venderlo, per esempio, senza perdere nessun file.
A seguire c’è poi la versione Web di pCloud, che riteniamo il modo più semplice di utilizzare questo gestore. È minimalista, intuitiva e ricca di funzioni. Potete per esempio creare la vostra playlista musicale e sfruttare il portale Web come media player.
Come potete vedere dalla schermata in alto, non differisce molto dallo standard dei cloud storage Web. Troviamo una sezione a sinistra con l’accesso semplificato ai file, cestino, cartella Crypto, file condivisi e persino Backup. Sul lato destro invece ci sono tutte le cartelle e i file presenti sul cloud. Testando il servizio non abbiamo mai riscontrato alcun problema, segno dell’elevata qualità di pCloud.
Chi vince?
È davvero difficile selezionare un vincitore tra questi due gestori quando si parla di semplicità di utilizzo e compatibilità. Abbiamo avuto esperienza di utilizzo eccellente in entrambi i casi quindi non possiamo far altro che decreatare un pareggio. Le piattaforme sono intuitive, minimaliste ma al tempo stesso ricche di funzioni su qualsiasi sistema operativo le utilizziate.
Funzioni di Dropbox e pCloud: comparazione
Questo è il momento di scendere in dettaglio e vedere in cosa si differenziano Dropbox e pCloud. È importante analizzarne le funzioni specifiche, al fine di capire quale dei due possa fare al caso vostro. Se da un lato si assomigliano per ciò che offrono, dall’altro presentano anche delle differenze di cui tener conto. Scopriamole subito.
Integrazione con app di terze parti
Questa prima caratteristica vede sicuramente pCloud in netto svantaggio. Quando si parla di integrazione con applicazioni di terze parti, infatti, è difficile competere contro Dropbox. Il gestore ha integrazioni dirette con app di Google e Microsoft. Da un lato è una notizia eccellente, dall’altro però ha anche delle criticità.
Dropbox permette in ogni caso di usare le app del workspace Google, offrendo anche supporto totale a Office 365 di Microsoft. Potete creare documenti direttamente dal cloud attraverso uno di questi strumenti. Dropbox vi offre l’accesso a Microsoft Office 365 Online proprio come lo strumento cloud ufficiale Microsoft OneDrive.
Ovviamente non è allo stesso livello del servizio nativo, ma permette comunque di evitare di ocupare spazio sul proprio computer. Mantenendo, allo stesso tempo, file e documenti online. Ma le integrazioni di Dropbox non finiscono qui, poiché potrete usare anche Zoom, Trello, Slack e altre applicazioni.
Se guardiamo a pCloud abbiamo solo una frazione di queste funzioni. Potete per esempio effettuare l’accesso con il vostro account Google, quindi potete trasferire i file da Drive a pCloud in maniera immediata. Allo stesso tempo pCloud può essere collegato con Dropbox, OneDrive, Facebook, Instagram e Google Foto.
Queste integrazioni servono a trasferire i propri file direttamente su pCloud quando si passa al nuovo gestore. Potete poi realizzare backup ogni 30 giorni. Potrebbe essere limitante per utenti che vogliono però una frequenza di backup maggiore.
Collaborazione e produttività
L’ambito collaborativo è soddisfacente con pCloud, soprattutto se guardiamo ai piani in abbonamento business. In questi ultimi si ottiene infatti una cartella condivisa. Tutti gli utenti possono accedervi, caricare file e modificare quelli presenti. Tuttavia, non è possibile modificarli in tempo reale insieme ad altri colleghi.
Per applicare le modifiche bisogna prima scaricare il file, dopodiché salvarlo e caricarlo nuovamente su pCloud. Questo avviene perché il gestore non supporta Google Workspace oppure Office 365. Le anteprime dei documenti sono però disponibili, quindi si può dare un’occhiata prima di procedere con il download e la successiva modifica.
Come già visto, invece, Dropbox consente una collaborazione a più ampio respiro. Dropbox Paper consente di collaborare in tempo reale sui documenti, modificandoli simultaneamente insieme ai propri colleghi.
La funzione vi permette di creare delle liste di cose da fare, che potrete condividere anche con altri utenti Dropbox. Da non dimenticare anche il tracciamento dei documenti, per vedere chi interagisce e in che modo.
Backup e sincronizzazione
Sia pCloud sia Dropbox consentono il backup dei file sul cloud. Con il primo gestore è estremamente semplice: basta attivare la funzione e il servizio inizierà la procedura. Abbiamo menzionato prima anche il backup da servizi cloud di terze parti, utile se avete degli account con file da salvare.
Su dispositivi desktop con sistemi operativi come Windows, macOS e Linux, potete scegliere quali cartelle caricare per il backup. Volendo, è possibile fare il backup dell’intero dispositivo. Lo stesso avviene anche con l’app mobile.
Per quanto riguarda la sincronizzazione, potrete effettuarla con tutti e due i gestori. Ed entrambi anche anche la sincronizzazione block-level. Si tratta di un tipo di sincronizzazione pensata per caricare solo parti modificate di un file rispetto all’intero documento. Il risultato è una sincronizzazione più efficiente e veloce.
Per accedere a questi file potete usare la cartella separata chiamata Sync. In Dropbox avrete l’opzione SmartSync, per attivare la visualizzazione dei file sono online, risparmiando spazio sul vostro disco rigido. Anche pCloud ha una funzione simile, quindi tutti e due i cloud storage sono simili sotto questo punto di vista.
Controllo versioni
Il controllo versioni, anche spesso chiamato come cronologia versione, è di cruciale importanza per il cloud storage. Permette infatti di tornare a una versione precedente del proprio file. Questo garantisce che, anche se ci sono delle modifiche, non si perde mai del tutto il file di partenza. Nei loro piani base, sia pCloud sia Dropbox hanno un controllo versioni fino a 30 giorni.
La differenza è che pCloud offre una cronologia file estesa che può essere acquistata separatamente. Questa ha una durata di 365, ovvero un intero anno. Con questa, pCloud permette di salvare centinaia di versioni dello stesso file: quella più vecchia va indietro nel tempo fino a 365 giorni.
Per i piani individuali, invece, Dropbox impone un limite di 180 giorni. Solo il piano Business Plus arriva all’anno come pCloud, ma si tratta di un piano particolarmente costoso. Non vale quindi la pena per chi sta cercando un abbonamento per una sola persona.
In entrambi i casi sono presenti funzioni di “rewind”. Questa permette di ritornare a un periodo specifico del proprio account, senza dover intervenire su tutti i file. Così facendo potete recuperare un file specifico che era disponibile in quella determinata finestra temporale.
In tutti e due i gestori c’è una cartella Rewind, dove potete posizionare questi file e renderli disponibili tornando al presente. Gestori molto noti non offrono questa funzione, rendendo sia pCloud sia Dropbox delle alternative migliori a Google Drive.
Condivisione file
Nella sfida Dropbox vs pCloud dobbiamo vedere anche come si comportano questi cloud storage con la condivisione. Da un primo esame possiamo dire che si comportano entrambi molto bene. A differenza di Microsoft OneDrive, potete trovare protezione con password, data di scadenza e anche una cartella per la condivisione.
Quest’ultima consente la condivisione di tutto ciò che è presente all’interno, senza dover procedere file per file. Tutti e due i gestori applicano anche restrizioni ai download, volendo. A tal proposito vale la pena sottolineare che Dropbox consente anche delle restrizioni aggiuntive. Per esempio potete decidere chi è in grado di modificare il file e chi può solo leggerlo. Mentre invece pCloud permette di applicare il Branding, rendendo il link personalizzato.
In sostanza potrete aggiungere il logo della vostra compagnia, un messaggio personalizzato e così via. La condivisione può essere fatta tramite link o tramite email. Va detto però che ci sono dei limiti alla grandezza dei file in base al piano a cui siete abbonati.
Per esempio, con Dropbox, il piano Essentials consente condivisione di file fino a 2 GB, mentre quelli Business fino a 100 GB. Il concorrente pCloud offre in tutti i suoi piano una condivisione fino a 5 GB. Un peccato che questa non possa essere aumentata a pagamento o con altri piani specifici.
Funzioni multimediali
Se state cercando un gestore cloud per le foto, Dropbox e pCloud sono delle soluzioni interessanti. Il primo motivo è che entrambi consentono l’anteprima di questi file, nonché documenti, PDF e file RAR. Nel caso di pCloud, i file RAR possono essere aperti se hanno grandezza fino a 512 MB.
Nel caso di Dropbox, invece, sarà necessario scaricarli qualora si rivelassero troppo grandi da aprire e spacchettare sul cloud. Apprezziamo molto la possibilità di realizzare playlist musicali direttamente su pCloud.
Le canzoni possono essere divise per artista e album, permettendo un più facile accesso ai contenuti. Dropbox non ha nulla di simile, ma per bilanciare ha un editor per foto e video. Con Dropbox potete anche convertire file video, audio e immagini, cambiando la loro estensione.
È una caratteristica importante per chi svolge lavori che necessitano modifiche di file multimediali. Siamo certi quindi che tra i due gestori vi siano delle affinità interessanti che li rendono entrambi delle buone scelte.
Chi vince?
Dobbiamo quindi decretare il vincitore nel caso delle funzioni. La sfida Dropbox vs pCloud si intensifica ed è davvero difficile scegliere tra i due. Senza ombra di dubbio, Dropbox presenta dei vantaggi per quanto riguarda la produttività e la collaborazione. Tuttavia per condivisione, backup, sincronizzazione e file multimediali, i due gestori si eguagliano.
Trattandosi di due ottime opzioni cloud storage per il 2024, abbiamo deciso di concludere questa battaglia con un altro pareggio.
pCloud vs Dropbox per team e lato business
Chi sta cercando un cloud storage per l’aspetto business, vuole sicuramente un servizio che non costi un occhio della testa. Allo stesso tempo, però, il gestore deve avere delle funzioni specifiche pensate per un’azienda. Ovvero strumenti per permetterne l’uso centralizzato. Quindi chi vincerà in questo caso la sfida Dropbox vs pCloud? Scopriamolo.
pCloud
Iniziamo dalla proposta pCloud. Il gestore presenta due piani aziendali, chiamati Business e Business Pro. È possibile abbonarsi sia con pagamento mensile sia annuale. Naturalmente il piano mensile è quello più costoso, mentre si può ottenere uno sconto con quello annuale.
Il piano Business ha un costo mensile di 7,99€ qualora si scelga il pagamento annuale. Aumenta a 9,99€ se si sceglie quello mensile. È chiara quindi la convenienza dell’abbonamento più lungo. In ogni caso avrete 1 TB di spazio per ogni utente, con un minimo di 3 utenti e un massimo di 99. Più che sufficiente per la maggior parte delle aziende piccole e intermedie.
È inclusa la crittografia pCloud, di cui discuteremo maggiormente nel paragrafo sulla sicurezza. Continuando su questo tema, pCloud supporta anche la condivisione file sicura. Ovvero la possibilità di condividere file con un team in una cartella condivisa.
Il piano Business ha 180 giorni di controllo versioni, con supporto prioritario e un account amministratore per assegnare permessi. Ma cosa cambia con il piano Business Pro?
Innanzitutto il prezzo. Ha un costo di 15,98€ mensili (abbonamento annuale), oppure 19,98€ al mese. Seguendo sostanzialmente la stessa schematica di prezzo del piano Business standard. Qui avrete 2 TB di spazio per utente. Le limitazioni sono praticamente le stesse.
Senza dubbio i piani Business non sono il punto di forza di pCloud. Manca per esempio un piano che garantisca spazio illimitato, sebbene questo fosse un tempo disponibile.
Dropbox
Così come pCloud, anche Dropbox non ha soluzioni di spazio cloud illimitato per le aziende. Ma dispone di vantaggi che non vanno trascurati. Anche qui abbiamo de piani aziendali. Uno Business e uno chiamato Business Plus.
Il piano Business ha un costo di 12€ al mese per utente (partendo da un minimo di 3). Per quanto concerne invece lo spazio a disposizione, si parte da una base di 9 TB per tutto il team. Include la possibilità di modificare PDF, registrare video, tracking dell’engagement e come già detto un controllo versioni fino a 180 giorni.
Il piano Business Plus alza il prezzo a 18€ al mese per utente. Allo stesso tempo, però, offre a partire da 15 TB per tutto il team. Il controllo versione è di 365 giorni e sarà possibile trasferire file fino a 250 GB con Dropbox Transfer.
Queste caratteristiche configurano Dropbox come un cloud storage migliore per le aziende. Tuttavia, bisogna valutare anche il prezzo ed è chiaramente anche più costoso rispetto a pCloud, sebbene si parli di pochi euro mensili di differenza.
Chi vince?
La sfida dei piani aziendali Dropbox vs pCloud è vinta da Dropbox. Senza dubbio è più costoso rispetto al rivale, ma se avete bisogno di funzioni adeguate per la vostra azienda, è il cloud storage migliore. Questo non significa che pCloud sia inadeguato, ma semplicemente offre meno spazio. Se avesse mantenuto il piano Business con spazio illimitato, la lotta sarebbe stata molto più accesa.
Quale cloud storage è più veloce: Dropbox vs pCloud
La velocità è un fattore che riteniamo importante perché, quando si caricano file di grandi dimensioni sul cloud, è necessario occupare la rete per meno tempo possibile. Chiaramente una connessione Internet che di base è veloce, garantirà risultati migliori rispetto a una connessione lenta.
In basso vi mostriamo un test sulla velocità eseguito con il popolare sito SpeedTest.net. Potrete così vedere i nostri dati di partenza per quanto concerne la velocità di upload.
Abbiamo quindi caricato un file di circa 600 MB sui rispettivi spazi cloud. Calcolando il tempo impiegato, abbiamo potuto notare che il tempo richiesto è stato di circa 30 minuti per pCloud, mentre invece per Dropbox il tempo si assestava intorno ai 25 minuti. Non si tratta di una differenza sostanziale che fa pendere quindi l’ago della bilancia da un lato o dall’altro.
Chi vince?
Il vincitore di questa sfida non può essere definito in modo netto e chiaro. Per questo motivo abbiamo deciso di concludere il test sulla velocità con un pareggio. Entrambi i gestori sono particolarmente veloci. Difficilmente troverete prestazioni migliori rispetto a quelle presentate.
Sicurezza e privacy
Se finora abbiamo visto due gestori in grado di tenersi testa, le cose prendono una piega diversa nell’ambito della sicurezza. Rispondiamo a tutte le domande che potreste avere in merito nei paragrafi in basso. Bando alle ciance, allora, e vediamo chi la spunta tra i due.
Dropbox
Iniziamo con Dropbox, uno dei servizi cloud storage più conosciuti e popolari che esistano. Verrebbe da pensare che, proprio per questa sua fama, sia anche uno dei più sicuri. Purtroppo le cose non stanno esattamente così. Da un lato possiamo dire che sia Dropbox sia pCloud usano un sistema di crittografia chiamato AES 256 per proteggere i vostri file sul cloud. Questo sia applica sia durante il trasferimento sia quando i file sono già sul cloud.
Entrambi i gestori hanno anche un sistema di autenticazione a due fattori. Impedendo in questo modo accessi non autorizzati ai file. Ma perché, quindi, Dropbox non risulta essere sicuro? Ebbene il motivo è nella mancanza di privacy. Basta pensare, per esempio, che i server sono presenti sul territorio statunitense.
Questo è solo uno dei punti a sfavore, l’altro è nella mancanza di privacy data dall’integrazione con servizi di terze parti. Dropbox collabora per esempio con Amazon, Microsoft e Google, tutte grandi aziende con cui condivide i vostri dati privati.
Molte informazioni personali sono attivamente conservate da Dropbox, come è facile leggere nella loro politica sulla privacy. Quindi, in sostanza, nulla di ciò che fate è davvero privato. A ciò si aggiunge un incidente avuto nel 2012, dove milioni di password di utenti Dropbox sono venute alla luce in seguito a un attacco informatico.
Il quadro peggiora ulteriormente se si pensa alla partecipazione al progetto governativo degli Stati Uniti chiamato PRISM. Un progetto di sorveglianza governativa a cui sembra aver partecipato anche Dropbox, fornendo dati degli utenti. Proprio come Google Drive, il gestore può aedere ai vostri file sul loud. Detiene infatti le chiavi di cifratura, mancando di crittografia zero-knowledge che potete invece trovare in pCloud e NordLocker.
pCloud
La crittografia Zero-knowledge vi permette di avere il massimo della privacy. Come? Semplicemente fornendovi le chiavi di cifratura. Queste non sono deteneute da nessun’altro. Quindi nessuno può accedere al vostro cloud e vedere i vostri file. Sia ben chiaro, è un’arma a doppio taglio poiché se perdete la chiave, il gestore non potrà aiutarvi a recuperare l’account. Bisogna quindi comportarsi di conseguenza e salvarla in un luogo adeguato.
La crittografia di pCloud è difficile da battere e troverete un sistema di questo tipo solo in gestori come NordLocker. Vale la pena sottolineare che va pagata a parte, ma per gli utenti che vogliono il massimo della privacy, è senza dubbio un acquisto da valutare.
Nella nostra analisi di NordLocker possiamo vedere che la zero-knowledge è gratuita. Per questo solitamente preferiamo il gestore di Nord Security per questo aspetto. Tuttavia, in questo scontro Dropbox vs pCloud è proprio il gestore svizzero a spuntarla.
Inoltre, proprio grazie alla sua posizione legale, può permettersi di non salvare i dati dagli utenti e non condividerli con terze parti. Permette anche agli utenti di scegliere i server da utilizzare tra quelli negli USA e in Europa. Quelli in Lussemburgo, quindi, sono esenti da alcun controllo esterno.
Pur non essendo grande come Dropbox, vale la pena aggiungere che pCloud non è stato vittima di scandali di alcun tipo. La sicurezza svizzera è ancora una volta imbattibile.
Chi vince?
Questo round è davvero semplice, non vi sono dubbi in merito. Il gestore pCloud è nettamente migliore. Si rivela più sicuro e soprattutto rispetta la vostra privacy. Batte quindi Dropbox su tutta la linea.
Assistenza clienti: Dropbox o pCloud?
Per alcuni utenti l’assistenza clienti può essere un fattore poco importante. Tuttavia per un’analisi oggettiva, è necessario prenderla in considerazione. Non scenderemo troppo in dettagli, comunque, poiché i due gestori hanno un approccio molto simile. Potete quindi trovare delle sezioni per cercare risposta alle vostre domande, come forum della community, oppure guide dedicate e tutorial.
Per quanto riguarda pCloud, manca di supporto live chat, mentre invece Dropbox lo offre. Tuttavia, segue orari lavorativi, quindi solo dal lunedì al venerdì durante orari specifici. Il supporto tramite email è presente in tutti e due i casi e, sostanzialmente, si presenta anche abbastanza reattivo.
Dropbox manca di assistenza telefonica, mentre pCloud la offre. Tuttavia è chiaro che il numero da chiamare è al di fuori del territorio italiano, potenzialmente costringendovi a utilizzare un idioma diverso dall’italiano. Alla fine, il metodo migliore in entrambi i casi resta comunque il contatto tramite email.
Chi vince?
Un altro pareggio, quindi, proprio come potevate già immaginare. Da un lato abbiamo pCloud che non ha assistenza live chat, dall’altro Dropbox che manca di quello telefonico. Alla fin fine, i due cloud storage hanno un punto in comune che è l’assistenza tramite email.
pCloud vs Dropbox: opzioni e prezzi
Prima di tirare le somme, è giunto il momento che molti aspettavano, ovvero il confronto sui prezzi. In questa sede vedremo Dropbox vs pCloud come se la cavano con il costo in abbonamento. Vale la pena dire che non si tratta dei cloud storage più a buon mercato, ma ci sono delle buone ragioni.
pCloud
Il gestore svizzero offre dei piani in abbonamento individuali che si rivelano, se non economici, sicuramente convenienti. Abbiamo una suddivisione in pagamento annuale, con rinnovo quindi, ma anche piani “a vita”, con pagamento singolo e una durata di 99 anni. Partiamo da questi ultimi.
Il piano Premium, offre 500 GB di spazio e ha un costo di 199€. Il Premium Plus ha 2 TB di spazio e ha un costo di 399€ mentre l’ultimo, senza dubbio il più conveniente, è il piani Ultra da 10 TB. Ha un costo di 1.199€ ma bisogna ricordare che è un pagamento unico e lo spazio ha validità di 99 anni.
Se non avete interesse a usare abbonamenti a vita, pCloud offre anche quelli annuali. Tuttavia in questo caso dovrete fare a meno del piano Ultra. Potete scegliere tra Premium 500 GB, dal costo di 49,99€ annuali e il Premium Plus da 2 TB, dal costo di 99,99€ annuali.
Ovviamente quelli annuali possono essere più costosi sul lungo periodo. È molto difficile occupare 2 TB di spazio e decidere dopo 10 anni di perdere tutti i dati salvati sul cloud. Per questo motivo pensiamo che i piani a vita possano rivelarsi molto utili.
Inoltre, c’è ancora un’opzione per gli utenti, sotto forma di piani familiari. Questi permettono di condividere 2 o 10 TB di spazio. I piani familiari sono solo a vita, quindi con pagamento unico. Il piano da 2 TB costa 595€ mentre quello da 10 TB 1.499€. Questo spazio può essere usato da un massimo di 5 persone, con condivisione e 30 giorni di cronologia del cestino.
Dropbox
Passando a Dropbox, invece, scopriamo subito i piani messi a disposizione per uso personale. Questi possono avere fatturazione mensile o annuale. Anche in questo caso, se parliamo di pura convenienza, i piani annuali presentano prezzi più vantaggiosi.
Il piano Plus offre 2 TB di spazio e ha un costo annuale di 119,88€. Oppure, c’è quello Essentials che offre 3 TB di spazio di archiviazione e ha un costo di 16,58€ al mese (ovvero 199€ l’anno) se si sceglie il pagamento annuale.
Comparandoli direttamente con le offerte di pCloud, possiamo vedere come è senza dubbio più costoso. Chiaramente Dropbox nel piano Essentials offre 1 TB in più rispetto al piano intermedio di pCloud, tuttavia il costo è anche molto superiore.
Chi vince?
Alla luce dei dati raccolti, pCloud vince l’ultimo scontro Dropbox vs pCloud. È più economico dell’avversario e, scegliendo i piani a vita, si rivela più conveniente sul lungo periodo. Persino il suo piano gratuito è superiore a quello di Dropbox, offrendo ben 10 GB di spazio.
Conclusioni: pCloud vince contro Dropbox
Questa sfida Dropbox vs pCloud è stato un testa a testa fino alla fine. Tuttavia, è chiaro che è emerso un vincitore dalla battaglia e pCloud conquista così il podio. Sono due servizi simili ma comunque diversi in alcuni punti chiave.
Se dovessimo fare un riassunto del confronto, potremmo dire che Dropbox è migliore dal punto di vista della collaborazione e della produttività. Invece, pCloud è superiore in termini di sicurezza, privacy, spazio offerto e naturalmente costo.
Ciò che non ci convince di Dropbox è la sua politica carente in ambito privacy. Per un gestore di questo calibro è davvero imperdonabile. Al netto di tutto, pCloud è il nostro vincitore e vale la pena prenderlo in considerazione rispetto a Dropbox.